LA NOSTRA MISSION

È possibile che i portatori di handicap mentale portino il germe della guarigione nella vita sociale odierna. Per questo ci vuole quel tanto di immaginazione da considerarli così indispensabili quanto riteniamo di esserlo noi. Con il loro essere ci rivelano qualcosa che è più percepibile in loro che nelle persone cosiddette normali. Questa cosa è il carattere dell’universalmente umano. Quell’elemento “infantile”, che traspare nei veri artisti, sussiste anche in ciascuno di loro. Ecco, dunque, il germe di cui abbiamo bisogno al giorno di oggi. Visto sotto questo profilo il portatore di handicap mentale non è affatto un essere senza valore. Egli appare un dono per la nostra civilizzazione. Lasciamoli agire. Lasciamoli esprimere per ricevere il loro amore, come loro ricevono il nostro…

Dr. Karl König (1902 – 1966)

Fondatore del Movimento Camphill

L’obiettivo primario dei fondatori è stato quello di creare le condizioni per la nascita di una comunità di persone in cui tutti i membri, nella condivisione della vita in tale contesto, potessero sviluppare le potenzialità e le qualità che caratterizzano e danno dignità all’essere umano.

L’oggetto delle nostre azioni è il nucleo sano di ogni persona con disabilità, che viene posto al centro del nostro lavoro: lo sviluppo della personalità. Ciò è la misura di tutte le attività e la base di ogni crescita; ogni progresso personale migliora l’interazione sociale; la persona disabile è vista non come destinataria di servizi caritativi, ma come una parte produttiva della comunità, in cui  può aspirare a condurre una vita indipendente, da vivere nella cooperazione. E’ di grande valore il significato e la motivazione ideale dell’integrazione, quale dovere della società di accogliere il portatore di handicap e sostenerlo, ma attuare l’integrazione, intesa come necessità di inserimento del ragazzo in difficoltà tra i cosiddetti “normali”, senza tener conto delle sue specifiche necessità, il più delle volte tende a realizzare un processo di normalizzazione, tradendo così le più profonde esigenze dell’essere umano. Le condizioni dell’apprendimento e del tirocinio, come il lavoro valutato positivamente, comporteranno effetti terapeutici per ogni individuo. E’ importante, quindi, che le condizioni necessarie vengano create dalla società. Le persone con complesse necessità di dipendenza possono apprendere e lavorare con un passo più lento; comunque sia, hanno un effetto risanatore sulla qualità delle relazioni umane. I disabili gioiscono della loro vita e del loro lavoro; sostenerli in un processo d’emancipazione significa rispondere a un forte richiamo alla creatività e all’inventiva; ciò sarà di beneficio per l’intera società. Se tali persone si sentono a loro agio nel loro ambiente di vita, di formazione e di lavoro, di certo potranno sentirsi a loro agio anche tutti gli altri compagni.

L’associazione riconosce nella formazione di comunità, che agisca in modo complementare e fortemente integrato alla società stessa, un valido strumento per realizzare l’inclusione sociale delle persone con complesse necessità di dipendenza.

 Il contesto realizzato dalla comunità “I Girasoli” è ispirato ad una filosofia della qualità che tiene conto degli elementi che, in generale, corrispondono alle migliori aspirazioni di vita di ogni essere umano: il bello, il buono, il vero. Vi è molta cura per rendere confortevole e consono l’ambiente, nulla è lasciato al caso: i siti naturali, situati nel verde, in cui sono collocati le sedi operative, gli arredi, i progetti educativi mirati, l’arte e le attività di laboratorio, l’atteggiamento degli educatori che rispettano ed amano le persone che accompagnano,  la formazione permanente degli operatori e dei volontari.

Tutte le attività hanno un carattere socioterapeutico, educativo e di orientamento formativo-lavorativo, proprio per consentire alle persone ospitate un percorso sostenibile, finalizzato ad assicurare loro la preparazione e lo svolgimento di una vita in cui possano essere realizzati i valori della dignità umana:

  • nella sfera individuale, con il riconoscimento ed il rispetto della loro individualità così come è caratterizzata
  • nella sfera sociale-affettiva, con l’opportunità di intrecciare relazioni in una comunità protetta ma aperta
  • nella sfera sociale-lavorativa, tramite un lavoro adeguato che dia loro la possibilità di sentirsi utili per la società